In tanti siamo stufi di vedere telai di biciclette accartocciati.
Quel minuto di ritardo, quella strada percorsa di fretta a velocità sostenuta per arrivare in orario , il cartellino da timbrare, l’orario dell’appuntamento da rispettare, il carico da consegnare, troppe cose da incastrare tutte insieme in una giornata, lo spazientirsi immediato dell’attesa e il bisogno che spesso auto giustifichiamo a noi stessi come necessario di manovre e sorpassi azzardati.
In tanti siamo stufi di vedere telai di biciclette accartocciati, basta un minuto in più.
Un minuto in più, è così poco tempo e può essere così tanto da evitare tutto questo; eppure un minuto in più sembra che in questa società di tutto express, tutto veloce, tutto subito, tutto con l’agitazione e la premura non sia neanche considerabile.
Dovremmo rallentare un po’ tutti, arrivare dove si può senza inseguire il tempo che non si può fermare . In più, quel minuto, possiamo usarlo per riflettere, per essere più sinceri quando arriviamo in ritardo e imparare che la prossima volta forse partiremo prima.
La strada è di tutti e in molti sono stanchi di dover continuare a ribadirlo e a richiedere misure serie e urgenti per permettere a chi pedala di sentirsi sicuro e tutelato da chi su quella stessa strada guida.
Spesso erroneamente tendiamo a definire come la causa di questi incidenti “una macchina/una moto” dimenticando quasi che alla guida dei mezzi ci siano persone le quali hanno la capacità di scegliere se aspettare un minuto in più valutando la situazione di sicurezza o non farlo.
Ne abbiamo abbastanza dei telai accartocciati come palline di carta per dover inseguire quel maledetto minuto .
Un minuto in più è vita ! #unminutoinpiù
In casa OVERALL apprensione per Daniel GIANELLO.